Salve sono un insegnante giovane inesperta
Di recente mi sono trovata ad affrontare una classe con alunni un po particolari
Volevo sapere che cosa abbiano
Una e molto chiusa ,parla poco e niente ,non ride mai pero studia
A casa la mamma dice che parla,anzi e spesso nervosa litigano
Un altro invece a scuola si butta per terra ,non studia e a casa l’opposto un angelo
Un’altra non va in bagno a scuola tanto che si e fatta venire una cisitite
Ci sono stati problemi di bullismo,se ne e andato il padre,a una gli e morta la nonna(scuole prima media)
Uno psicologo pu? fare qualcosa?
L’esperto risponde...
Cara Annina, mi scrive di alcune situazioni problematiche di bimbi con cui lavora. Purtroppo non posso fare diagnosi psicologiche online, ma posso ipotizzare che questi bimbi di cui mi parla, vivano dei disagi e che una valutazione psicologica potrebbe essere adeguata. Non posso sbilanciarmi oltre, perch? bisognerebbe conoscere ogni singolo bambino, l' et? e la situazione personale e familiare di ciascuno. Sicuramente posso affermare che ciascuno di questi bimbi andrebbero aiutati perch? esprimono dei disagi, e ogni bimbo ha diritto a stare bene e a vivere in un ambiente protetto e sereno. Inoltre se lei ? l' insegnante dei bimbi, le problematiche andrebbero discusse durante i momenti di programmazione, condivisi con lo psicologo scolastico se c'?, con il Dirigente Scolastico e insieme dovrete definire un piano di intervento. I genitori dovranno essere informati del problema dei figli e insieme a voi insegnanti porteranno avanti un intervento. L' eventuale aiuto psicologico i genitori lo chiederanno ad un professionista del privato oppure all'Azienda sanitaria di competenza territoriale. Nel suo caso specifico, se lei si sente un'insegnante un po' inesperta, pu? fare riferimento ai suoi colleghi pi? esperti, al Dirigente Scolastico o allo Psicologo dell'istituto in cui lavora. Se sente che le problematiche dei bimbi, toccano sue aree personali, non esiti lei stessa a chiedere un aiuto psicoterapico.
Sperando di esserle stata utile, la saluto cordialmente.
Gentile Dottoressa, Jacopo ha 4 giorni e siamo appena tornati a casa dall?ospedale. Non riusciamo a farlo dormire nella sua culla. Dopo pochi minuti che lo corichiamo, si mette a piangere. Se per? poi lo tiriamo su e sente un contatto fisico, si addormenta subito. Non volendo abituralo ?troppo bene? che ogni capriccio corrisponde ad una coccola in braccio alla mamma, cosa suggerisce in merito? Grazie mille per il Suo tempo. Cordialmente Giorgia e Davide
L’esperto risponde...
Cari Giorgia e Davide, intanto congratulazioni per la nuova vita!
Il piccolo Jacopo vi insegner? tante cose, anzi gi? lo sta facendo: un neonato che vuole essere preso in braccio, chiede risposta ad un suo bisogno naturale e fisiologico, fondamentale per la sua crescita sana. Spero che la vostra email con relativa risposta venga letta da tanti genitori. Il fatto che il piccolo pianga e smetta se sente il contatto fisico ? un circuito sanissimo. Limitare il contatto fisico per evitare vizi ? un pregiudizio culturale ancora molto forte. Non si tratta di un capriccio di Jacopo il voler essere tirato su, e non lo abituerete ?troppo bene? se lo farete. Inoltre, la richiesta di Jacopo non ? un capriccio, lui sta esprimendo proprio un bisogno NATURALE E FISIOLOGICO. Quanto affermo lo dimostrano gli studi attuali attraverso le neuroscienze, ma in passato ? stato Bowlby (1907-1990) che aveva dimostrato ci?, attraverso la sua teoria dell?attaccamento, ancora attualissima. La vicinanza fisica a un bambino appena nato gli garantisce la sopravvivenza fuori dalla pancia. Gli esperimenti di Harlow sulle scimmiette dimostrano che per i cuccioli il bisogno di contatto fisico ? superiore al bisogno di contatto per nutrimento. Inoltre, gli studi dimostrano che la ricerca di contatto da parte del piccolo non ? mai un capriccio e non esiste il vizio perch? nel bambino non si ? ancora formato tale concetto. Vedrete che quando Jacopo crescer? vi sar? molto facile capire quando sta facendo i capricci! Ora Jacopo ha il contatto fisico come unico strumento per esistere. Non esitate a godere del contatto fisico con lui e della bellezza e intensit? che da anche a voi, stargli vicino! Certo ? che per un genitore ? molto pi? impegnativo tirare su il piccolo, tenerlo nel lettone, e tenerlo in braccio in generale, ma consideratelo come un investimento: un sacrificio oggi per un rendimento domani. Poi ci sono tanti strumenti di aiuto come marsupi e fasce.
Avrei tanto altro ancora da scrivere, ma intanto mi fermo qui. Voi se desiderate, scrivete ancora. Tanti auguri!
Gentile dottoressa, volevo un suo parere a proposito delle feste di compleanno dei bambini. Ho due figli di scuola elementare e ho festeggiato solo poche volte i loro i compleanni perch? non sono avvezza alle feste solo per non discriminarli. Il grande ha partecipato quasi sempre alle feste e pure quando non ha partecipato, ho sempre fatto il regalo o dato la quota. Ma non sono stata mai ricambiata nello stesso modo. Ora per il piccolo faccio diversamente. Poich? non va quasi mai alle feste, non do la quota e faccio il regalo solo se partecipa. Ho paura che cos? metto mio figlio a disagio rispetto alla classe dove le mamme sono tutte unite e io non le conosco neppure. Lavorando non ho occasione per vederle o sentirle. Mio figlio resta male ma cerco di spiegargli che non possiamo partecipare a tutte le feste. Io non voglio essere ricambiata. Ho solo timore che il bambino venga discriminato per questo ? possa soffrirne. Mi dispiace che noi adulti creiamo queste situazioni nei riguardi dei piccoli. Grazie del parere che mi dar?. Teresa
L’esperto risponde...
Cara Teresa, mi chiede un parere rispetto alla partecipazione alle feste di compleanno che cominciano ben presto, dalla Scuola dell'infanzia. E a cui pare importante che bimbi e ancor prima mamme e pap? partecipino.
In termini generali, dico che c'? un po' una moda del festeggiamento e quindi un forsennato bisogno di organizzare e partecipare a feste di compleanno per i piccoli, con tutto ci? che vi gira attorno: Regalini, accompagnare, riprendere, ecc...
Nella sua mail specifica, intravedo tra le righe, una delusione per il comportamento degli altri genitori rispetto alle feste organizzate da lei per i suoi bimbi in passato, soprattutto per il pi? grande. Inoltre, lei sottolinea il poco tempo che ha a disposizione per partecipare a queste feste, perch? ? una mamma lavoratrice. Sarebbe importante chiarire con se stessa quanto il dover lavorare sia una sorta di"difesa" che ha attivato davanti alla delusione per il comportamento delle altre mamme nei confronti dei suoi figli relativamente all'argomento feste di compleanno e di conseguenza anche nei suoi confronti.
Se riconosce in quello che scrivo sopra, la motivazione della sua fatica, provi a prendere le distanze da questo atteggiamento e pensi pi? nell' ottica di fare felici i suoi bambi, che non di prendere le distanze dalle altre mamme.
Essere social, poi, in questa epoca, le permette di"esserci" con le altre mamme, anche se lavora, magari appoggiandosi ad un genitore che non lavora e di cui lei si fida.
Se la motivazione ? invece la sua idea di esagerazione rispetto alle feste di compleanno, lo spieghi ai suoi bambi e anche se inizialmente faranno fatica, alla fine accetteranno, come un modo dei genitori di concepire il mondo.
Infatti rispetto a questa tematica, ? importante che lei si comporti seguendo le sue idee e il suo sistema valoriale. Pertanto se non reputa necessario farsi in quattro per partecipare a tutte le feste, va bene cos?!
Provi a chiarirsi con se stessa su quale sia la motivazione che pi? le corrisponde, e poi faccia serenamente le sue scelte di vita e le comunichi ai suoi bimbi. Vedr? che loro capiranno pi? di quanto pensa, ma devono sentire che quello che lei dice loro ? vero e autentico. Parli coi bimbi in modo semplice, diretto e rassicurante. Andr? benissimo.
Tanti auguri!
Buongiorno dottoressa, ho un bambino di 7 anni e mezzo, molto vivace e socievole. Frequenta il ricreatorio comunale e qui ? successa una cosa molto spiacevole. Mi ? stato riferito dall?educatore che ? stato trovato a frugare in uno zaino non suo in una zona non permessa ai bambini, e una volta colto in flagrante ha ammesso che stava cercando di prendere un gioco che sapeva trovarsi all?interno. Quando io gli ho chiesto perch? mai lo avesse fatto, mi ha detto che ? stato spinto a farlo da un altro bambino nonch? compagno di classe, il quale aveva paura di andare lui a rovistare, e che poi ha chiesto a mio figlio ?sei riuscito a rubarlo?? L?educatore non conosce questo fatto, anche se poco importa, e ci ha ripetuto alcune volte ?tentativo di furto?.
Sebbene mio figlio sapesse che quello che stava facendo era sbagliatissimo, cosa si pu? fare con un bambino che a quanto pare ? fortemente influenzabile? Mi sento spaventata.
La ringrazio molto
L’esperto risponde...
Cara Chiara, intanto mi pare di percepirla un tantino allarmata per quello che ha fatto il suo bambino. Allora, la voglio intanto rassicurare: ? vero che i bambini vanno educati a principi e a valori ben precisi, ma non perdiamo di vista il fatto che stiamo parlando di un BAMBINO, e per di pi? di un bambino piccolo e vivace e quindi non occorre allarmarsi o preoccuparsi troppo rispetto a certi comportamenti.
Certamente ? giusto chiedersi il perch? di certi comportamenti e trovare delle soluzioni e delle chiavi di lettura.
Per iniziare, i passi che dovrete fare sono i seguenti:
1) l' educatore deve sapere che voi siete consapevoli che vostro figlio ha avuto un comportamento sopra le righe, poi comunicategli che vi dispiace, e che parlerete col bimbo e lo porterete a capire cosa ha fatto, se servisse anche attraverso una punizione.
2) parlate con vostro figlio e fatevi dire NON di chi ? la colpa, ma di raccontarvi l' episodio (voi dovete riuscire a vederlo come un film mentre il bimbo vi racconta, quindi aiutatelo un po'), chi c'era con lui, dove era quando ? successo e soprattutto chiedetegli:"cosa hai pensato mentre frugavi? Come ti sei sentito mentre lo facevi? Come ti sei sentito dopo?". Chiedetegli anche se ha capito che non lo deve rifare e il perch? non deve.
3) ditegli che gli volete bene e che avete fiducia in lui e che siete sicuri che la prossima volta si comporter? bene.
Sul perch? il bimbo ha frugato in uno zaino, in questo contesto personalmente posso fare solo delle ipotesi generali, perch? non conosco voi genitori, la vostra storia di genitori e di figli, n? conosco vostro figlio.
In generale, il bambino potrebbe avere bisogno di trasgredire perch? vi percepisce come persone un po' rigide. Oppure ? alla ricerca delle vostre attenzioni, anche se possono essere negative.
In entrambi i casi, pu? essere insegnato al bimbo il senso del limite, senza bacchettarlo, ma in modo sereno e positivo.
Del resto, a 7 anni e mezzo, un individuo sta imparando come si vive e ci sta che non abbia ancora "preso le misure giuste" su cosa va bene e cosa ? sbagliato.
Se, come genitori vi sentite in difficolt? e desiderate confrontarvi con uno psicologo psicoterapeuta, non esitate a farlo. Vi servir? per crescere come genitori e per aiutare con pi? consapevolezza il vostro piccolo a crescere e a diventare una persona adulta.
Spero di esservi stata di aiuto, in ogni caso scrivete se e quando desiderate.
Tanti auguri!
gentile dottoressa, avrei bisogno di un consiglio. un anno fa ho chiesto la separazione e mio marito ha iniziato a piangere sulla spalla del secondo figlio (ne abbiamo 3, nati nel 2008, 2010, 2014). ad ottobre il padre ? tornato dai genitori ma per quel paio di mesi mio figlio ha vissuto malissimo tutta la situazione. da un mese a questa parte riscontro in lui di nuovo lo stesso nervosismo, la stessa tristezza, le stesse problematiche comportamentali che vedevo allora. ho scoperto che il padre, non solo stalkerizza me, ma che lo riempie di messaggi in cui gli chiede di informarlo riguardo i miei spostamenti, di avvisarlo se inizio una telefonata e anche di parlarmi per convincermi a tornare con lui. ho pi? volte parlato con il mio ex marito, gli ho chiesto di smetterla di fare stalking a me e di lasciare in pace il bambino, ma non demorde. mio figlio si trova tra due fuochi, il padre che gli chiede aiuto (e che quando si vedono, per poco che sia, gli piange tra le braccia come fosse un bambino anche lui!) a cui lui non riesce a dire di no, ma nello stesso tempo non fa quello che gli chiede perch? io sono stata chiara. sto facendo il possibile per limitare i danni, parlo molto con il bambino e gli spiego che deve stare tranquillo, che l’amore di mamma e pap? non gli mancher? mai, che saremo sempre li per lui ( come per i fratelli), ma che le questioni tra me e il padre sono questioni che dobbiamo risolvere tra adulti, non devono essere preoccupazioni per lui.
penso che ad ogni discorso lui stia un p? meglio, ma ora sto male io.
da una parte cerco di avere pazienza, di limitare i danni su ogni fronte, di riparare ci? che lui continua a distruggere nei figli, il tutto con la speranza che ai bambini non manchi un genitore. dall’altra sono stanca, stanca di sopportare 100 messaggini al giorno, 50 squilli ad ogni ora del giorno e della notte, telefonate minacciose o indagatrici, dispetti e quei pochi weekend che stanno con lui (non rispetta gli orari di visita e li vede molto meno del previsto) ho l’impressione che faccia alienazione genitoriale con ogni sua forza. non so pi? cosa sia meglio, per me e per i miei bambini… non so pi? decidere quale sia la giusta mossa, penso di averle provate tutte, le buone e le cattive, l’ho minacciato di denunciarlo ma non ? cambiato nulla, faccio finta di niente e non cambia lo stesso, gli parlo e mi pare di parlare al muro… ho paura di fare un passo falso e danneggiare ci? che ho di pi? prezioso al mondo: i miei figli!
L’esperto risponde...
Cara Claudia, i suoi figli, soprattutto il secondo, vanno assolutamente protetti, dallo stress logorante del presente e da possibili risvolti futuri negativi in termini di benessere psicologico. Dovrebbe parlare col suo avvocato del problema legato ai bimbi, e valutare se attivare una consulenza tecnica d'ufficio attraverso il tribunale dei minori, che valuti stato di benessere psicologico dei bimbi e le relative competenze genitoriali. Per quanto riguarda lei, dovrebbe anche informare il suo avvocato delle pressioni psicologiche e dello stalking di cui ? vittima, per essere subito tutelata e protetta. Inoltre, deve rivolgersi ad un Centro Antiviolenza (ce ne sono un po' in ogni citt?) per chiedere consulenza psicologica per una protezione sua. Si prenda cura di se e dei bimbi, un saluto!
Buongiorno Barbara, ieri mio figlio di 5 anni nella sua consueta esuberanza ? caduto dal divano vedendo un volo all’indietro tanto che ? cascato sbattendo il viso… Sono stato preso dalla paura e nonostante non si sia fatto nulla, sono “impazzito” e per spaventarlo gli ho detto che ? stato fortunato e se fosse caduto sbattendo la testa avrebbe potuto morire…… quando mi sono calmato, ho preso mio figlio in disparte e mi sono scusato con lui, spiegando che ho detto una cosa pi? grande del dovuto perch? mi ero spaventato tanto. Decidi lei dovrei aggiungere altro? Parlargli ancora?
L’esperto risponde...
Caro pap?, intanto le faccio i complimenti per essersi interrogato sull?educazione di suo figlio. Non sempre i genitori, soprattutto ahim? i pap?, si soffermano a riflettere sul rapporto coi figli. Inoltre, quello che scrive, sottolinea la sua consapevolezza del perch? ha agito in modo esagerato (sono stato preso dalla paura?sono "impazzito").
Detto questo, come diceva Winnicott, i genitori adeguati sono quelli sufficientemente buoni. Lei ha avuto una reazione esagerata, ma ha saputo anche tornare indietro, analizzarsi e parlare a suo figlio in maniera pi? razionale e pacata. Ha gi? fatto tantissimo! Non serve parlare ancora al piccolo, ha capito gi? benissimo. Credo che il bisogno di ritornare sulla questione, abbia a che fare pi? coi suoi sensi di colpa, che con un bisogno reale di chiarire ancora. Il bimbo ha capito e lei lo ha aiutato a capire, dando un significato a quanto ? capitato, spiegando a suo figlio il perch? della reazione esagerata. Complimenti, ? stato molto bravo a gestire la situazione.
Tanti auguri!
Ho avuto un rapporto col coito interrotto col mio ragazzo
Pero durante la penetrazione ho sentito caldo
Che vuol dire?
L’esperto risponde...
Cara Gioia, buongiorno. La mia risposta alla sua domanda ? duplice, spiego: da un punto di vista fisiologico, il calore ? una reazione naturale e spontanea nella penetrazione, specialmente se essa avviene in assenza di protezione meccanica. Per zelo di protezione psicoterapeutica, voglio anche aggiungere che se lei non desidera una gravidanza in questo momento, il coito interrotto non ? una modalit? contraccettiva attendibile. Ma rispetto a questi aspetti pu? approfondire con domande al nostro ginecologo, se desidera.
Per quanto riguarda invece l?aspetto prettamente psicologico, la sensazione di calore ? un buon segnale di intimit? psicologica e fisica ed ? il segnale che lei stava vivendo con grande intensit? e trasporto la sua intimit? e il suo rapporto d'amore. Non si spaventi, ma lasci fluire liberamente le sue emozioni e le sue sensazioni e le condivida pienamente con la persona che ama.
Tanti auguri e buona vita!
Sono andata in terapia ma non riesco a perdonarmi di aver subito il bullismo a scuola
Di non aver mai risposto x vergogna perche avevo paura di essere volgare e mia madre se l’avesse saputo si sarebbe arrabbiata o criticata avrei perso l’anno
Per paura non so bene spiegare sono andata con alcuni delle medie al liceo Cossi
Poi pure i prof mi hanno messo da sola nel banco poi chiedi l’anno dopo di avere un compagno per?…
Poi sono ancora una fallita
Ho solo mia madre forse me la sono presa troppo con lei e mi sento in colpa
L’esperto risponde...
Cara Monica, intanto buongiorno. Se ha subito bullismo, non ? lei che deve perdonarsi, perch? non ha fatto niente di sbagliato. Non ? colpa sua se ? stata oggetto di bullismo, n? ha sbagliato a non reagire e a non essere volgare. Lei ha agito correttamente ad essere educata e a non rispondere alla violenza con la violenza. Sono stati piuttosto i ragazzi violenti con lei, che devono vergognarsi e che se lei col tempo riuscir?, dovr? perdonare loro e quello che le hanno fatto. Non so perch? i prof la hanno messa da sola nel banco?forse per proteggerla da atti di bullismo? Non so quanti colloqui di terapia ha svolto. Nel suo caso, le consiglio di svolgere colloqui a cadenza settimanale di 1 ora per almeno 3 anni. Le consiglio di fare un lavoro di psicoterapia con EMDR che ? una modalit? di lavoro riconosciuta dall?OMS (Organizzazione Mondiale della Sanit?) come terapia elettiva per il trattamento dei ricordi traumatici, pi? o meno disturbanti. (la lista dei terapeuti abilitati EMDR lo trova su internet, suddivisi per Regione. Cerchi un terapeuta EMDR che sia anche ?practitioner?, cio? abilitato per la pratica in questione).
Non dica che ? una fallita, nessuno ? fallito. Ha tutta la vita davanti per rialzarsi e per camminare, anche se pu? sbagliare sempre. Ma funziona cos? per tutti. E poi le ripeto: non ? fallita o sbagliata lei, ma chi nel suo passato e presente, la ha fatta sentire e la fa sentire in questo modo. Inoltre, faccia un lavoro di terapia per separarsi psicologicamente da mamma, che pu? aver sbagliato per ignoranza o per incapacit?, ma oggi la vita ? sua e solo sua.
Un augurio di cuore!
Salve dottoressa.
sono una ragazza di 28 anni e mio marito 35, siamo sposati da circa due anni. Siamo una coppia molto complice e molto unita e solare. Abbiamo affrontano tanti momenti di gioia tra viaggi , amici, uscite e , purtroppo momenti tristi e duri che sembrano non lasciarci mai, il divorzio di mia sorella, la morte di mio pap? a pochi giorni la nostro matrimonio e aim? un aborto poco f?. Ma siamo sempre stati uniti.
In questi ultimi periodi i litigi aumentano , sopratutto la domenica quando entrambi siamo a casa, giorno che dedico alla casa, entrambi lavoriamo, e spesso capita che le discussioni sono quasi sempre per le faccende di casa, io sono una tipa troppo precisa,e so di essere in errore e voglio che ogni cosa ritorni al suo posto, e faccio 3000 cose, lui il mio opposto, il divano il suo mondo.
So bene che lui ha fatto dei cambiamenti rispetto a casa sua che non faceva un tubo. Ma i tempi sono cambiati rispetto a quando era da sua mamma ,ho bisogno di un minimo aiuto, visto che entrambi lavoriamo. Sembra come se sia scontato che una donna debba fare tutto, e questo non mi sta bene…anche per me la domenica ? giorno relax. Ho pi? volte affrontato questo discorso, cercato anche di dividere i compiti, dando anche minimo incarico, tipo spazzatura e foletto ogni tanto , ma aim? lo fra per un po e poi si” dimentica”, quindi come una madre devo ricordarlo… Vorrei che fosse pi? responsabile e mi chiedo ma se ora che siamo in due non hai voglia di fare queste cose minime per aiutarmi… ora che ci sar? un bambino che far?? io gi? cosi mi sento “stressata “a star dietro e ricordarli le sue responsabilit? quando ci sar? un bambino sar? sempre cos?? dovremmo litigare sempre?
Mi consigli per favore un modo per cercare di far ritornare la pace in me che oramai vivo questa situazione in modo pesante , vorrei una persona pi? responsabile, forse o sicuramente sbaglio il modo… Aspetto un suo consiglio per cercare anche astuzia anche una soluzione! voglio solo un po di serenit
L’esperto risponde...
Cara Chiara, il vostro rapporto di coppia sembra piuttosto consolidato. Lei e suo marito avete condiviso un matrimonio e vi siete supportati in momenti belli e anche in quelli brutti. Dovete usare queste esperienze in comune e mettere altre energie per costruire ancora insieme! Lei scrive di se che ? molto precisina, mentre suo marito trascorre il tempo libero sul divano. Si accorge che parlate due linguaggi diversi? ? come se lei facesse anche per lui, si stressa da matti e lui neanche se ne accorge. Inizi a rallentare i suoi ritmi, a fare meno, a lasciare indietro qualcosa e a stare anche lei seduta sul divano accanto a suo marito. Le sembrer? strano quello che le scrivo, perch? lei mi ha chiesto qualche astuzia per ?attivare? suo marito. Purtroppo, le persone non cambiano, a meno che non decidano di cambiare, e infatti suo marito la aiuta qualche volta e poi ?si dimentica?. Si attivi un po' di meno lei, e vedr? che suo marito qualche cosa la far?, ovviamente coi suoi modi e coi suoi tempi (lenti), non avendo l?abitudine di fare le faccende domestiche. Rallenti i suoi ritmi e chieda aiuto a suo marito, dando indicazioni di volta in volta (ora aspira la polvere. Bene! Ora fai il letto). Non credo che suo marito automatizzer? le pulizie (purtroppo), ma dovr? avere lei la pazienza di ?ricordare? di volta in volta. Altro suggerimento: si accontenti di come fa le cose lui, dando piccoli suggerimenti per la volta successiva, per evitare che suo marito si senta giudicato. Se ha bisogno di aiuto, pu? pensare a un saltuario aiuto domestico.
Un augurio di cuore!
Salve dottoressa,le scrivo perche da qualche parre lessi che noi attiriamo persone con cui abbiamo una relazione amorosa o affettiva ,come uno specchio e ci? che non soppprtiamo proprio dell’altro corrisponde all’opposto di un nostro grosso difetto.
Io ho notato che non sopporto le persone dipendenti dagli altri che vogliono sempre uscire con me a casa da soli si scocciano e se non li accontento mi fanno sentire in colpa mi mettono il muso li percepisco come osseionanti
Io invece odio dipendere dagli altri mi piace stare da sola non voglio mai chiedere favori e mi pesa tanto chiedere aiuto non sono molto affettuosa ,la trovo un ipocrisia
Secondo lei che significa?
L’esperto risponde...
Cara Monica, quanto scrive sull?essere attratti dall?opposto di un difetto ? corretto. Mi sento per? di fare alcune precisazioni: i componenti di una coppia si attraggono e entrano in relazione tra loro perch? ci sono aspetti reciproci che rendono complementari i due. Quindi una persona molto razionale, ad esempio, pu? essere attratta da una persona che ragiona pi? con la pancia e con le emozioni. Cos? come una persona introversa, pu? trovare interessante una persona estroversa e solare. il punto cruciale ? se questi incastri possono reggere nel tempo o se diventano schemi rigidi che imprigionano i membri della coppia e non permettono ad essa di evolvere e di crescere, anche a rischio talvolta di mettersi in crisi.
Nel suo caso specifico, cara Monica, la sua indipendenza pu? creare insicurezza nell?altro, il partner pu? farsi l?idea che lei non sia abbastanza interessata a lui ed ? per questo che lei mette distanza. L?altro, come reazione istintiva, pu? essere portato ad alzare il tiro e ad ?appiccicarsi? ancora di pi? a lei, togliendole spazio vitale. Direi che una giusta distanza pu? essere ottimale, fatta di momenti di pi? vicinanza e di momenti in cui ognuno cura se stesso, le sue passioni, le sue amicizie. La vicinanza, fatta anche di momenti di contatto, carezze, abbracci ed altro, non ? una ipocrisia, ma ? la linfa che alimenta un rapporto, e ogni tanto ci vuole. Immagini una pianta, troppa acqua la fa morire, poca o niente acqua la fa morire, comunque. Serve la giusta dose di acqua, lo stesso vale in una relazione. Provi a domandarsi dove ha imparato e quale ? per lei il vantaggio di restare sempre un po' staccata nella relazione, e a comportarsi un po' come se lei non avesse bisogno dell?altro, ma che riesce a fare senza l?altro. Forse non essere troppo ?vicina?, troppo fisica e affettuosa, le serve un po' come protezione? Provi a riflettere un po' su questi stimoli.
Scriva quando desidera, un saluto!