Il latte preferito dalle mamme

Barbara Paolinelli

Psicologa e Psicoterapeuta

Sono psicologa e psicoterapeuta, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Provincia di Trento, luogo in cui svolgo la libera professione. Sono lieta di rispondere a domande che riguardano la genitorialit? e altre problematiche di natura psicologica legate all’infanzia.

Per informazioni più precise sullo stato del bambino e sulle domande esposte su questo sito si prega di consultare uno specialista.

alessia

Salve, sono una mamma disperata, le spiego cercando di essere il piu‘ breve possibile. Ho 2 bambini ke sono la mia ragione di vita, il primo di 4 anni e il secondo di 3 ed e‘ proprio quest‘ultimo che mi fa dannare, per questo mi rivolgo a lei, sperando che possa aiutarmi. 1)E‘ iper−attivo, non sta un momento fermo, in qualsiasi posto si trova, deve muoversi e toccare tutto quello che vede, soprattutto quando siamo in un negozio, non posso sgridarlo perche‘ comincia a piangere cosi‘ forte e mi costringe ad andarmene. 2)Non posso portarlo a fare una passeggiata, perche‘ vuole camminare senza darmi la mano (nel passeggino non ha mai voluto andarci) all‘improvviso comincia a correre, ed io ho paura di uscire. 3)Quando deve mangiare, non esiste stare seduto a tavola, almeno non per piu‘ di 5 minuti, o deve gironzolare per la cucina, o deve sdraiarsi sul tappeto o a terra. 4)ha da poco tolto il pannolino, deve stare sempre senza mutandina, le pantofole come le scarpe, non riesce a tenerle ai piedi, sta sempre scalzo, io le metto e lui le toglie. 5)ha 3 anni e pesa 20,4, vuole mangiare in continuazione,se finisce il pranzo alle 14:00, alle 14:45 vuole fare merenda. Per il momento mi fermo qui‘ ma ci sarebbe ancora da dire. Le premetto che queste cose le ho dette alla pediatra, ma purtroppo la sua tecnica nn funziona, mi dice (per il cibo) nn devo tenere nulla in casa, per i capricci, metterlo in punizione nella stanzetta senza giochi per 5 minuti, o in un angolo ecc. ecc. Io non riesco a farmi ascoltare, eppure non sono troppo permissiva, quello che credo sia sbagliato, assolutamente non lo permetto, allora mi chiedo :− ma dove sbaglio? Io e mio marito abbiamo avuto un padre che le cose le diceva solo con lo sguardo, perche‘ lui non capisce nemmeno con le parole? Ho tanta paura che la situazione possa peggiorare sempre di piu‘ e, che possa perdere il controllo di mio figlio.La prego mi aiuti, ho paura che in qualsiesi modo mi comporti, sbagli, ed io non vorrei sbagliare, non pretendo un figlio modello, ma neanche uno che se ne infischia di quello che dico. La ringrazio anticipatamente e spero di avere presto un suo consiglio. P.S. Come e ‘difficile fare i genitori!!!!!

L’ESPERTO RISPONDE…

 

 Cara Alessia, voglio iniziare col dirle che lei e suo marito non avete sbagliato: confermo che è difficile fare i genitori e i figli nascono con una loro indole caratteriale che solo col tempo si può imparare a conoscere e a capire.

Da quanto scrive, sembra che il suo bambino davanti ai vostri no, reagisca ribellandosi e facendole un muro. Insomma, è come se ingaggiaste un conflitto (senza deciderlo consapevolmente), in cui la buona prassi vuole che i genitori abbiano la meglio, con lo scopo di fornire regole ed educazione, ed il bambino ceda.

Sembra di capire che il suo bambino non voglia proprio cedere e davanti ad una sua punizione, sgridata o divieto, reagisce con un atteggiamento o un comportamento di opposizione e di sfida (“mi costringe ad andarmene da un negozio, vuole camminare senza darmi la mano, io gli metto le scarpe e lui le toglie”).

Sarebbe opportuno puntare sulla valorizzazione di quello che di buono il bambino fa, e chiudere un occhio sui suoi comportamenti scorretti, ignorandoli per evitare di punirli, almeno per un po’.

Alcuni suggerimenti:

1) Proporre semplici “accordi” al bambino e ricordarglieli successivamente perché è normale possa dimenticasene. Ad esempio quando il suo bambino vuole camminare senza darle la mano e poi comincia a correre, l’accordo potrebbe essere: Bene, adesso mi dai la mano per camminare fino al parco, arrivati lì puoi correre per quanto vuoi. Non utilizzare la formula se tu…allora io, perché suonerebbe al bambino come un piccolo ricatto. Se il bambino sembra dimenticare l’accordo ricordarglielo in modo dolce ma fermo.

2) invece di proibire qualcosa, fornisca al bambino l’alternativa.

Il bambino a tre anni non possiede la percezione del tempo, per lui tra le 14 e le 14.45 può essere passato anche un lasso enorme di tempo. Se il bambino chiede da mangiare a 45 minuti dal pranzo, gli si può proporre un frutto, uno yogurt, oppure si può lasciare indietro qualche alimento destinato al pranzo e proporglielo quando chiede.

Lo stesso se indossa le scarpe come delle ciabatte, spiegargli come si usano le scarpe e se ora o dopo vuole le ciabatte (in base alle vostre necessità) dire al bambino che può decidere lui cosa indossare purché nel modo corretto, come indicate voi.

3) proporre piccoli obiettivi e concreti:

se il bambino non sta più di 5 minuti a tavola, dirgli che ci starà almeno fino a che non avrà finito di mangiare la pasta. Poi farlo pure alzare gratificandolo per essere stato seduto per quel lasso di tempo e farlo tornare a tavola, ad esempio per mangiare la carne, con la stessa frase. Si raggiunge un obiettivo frazionandolo in tanti mini obiettivi.

Anche in questo caso può essere proposto al bambino l’accordo, rispetto all’alternanza tra il bisogno dei grandi, di vederlo seduto a tavola, e il suo bisogno, quello di alzarsi e giocare.

Provi ad utilizzare queste strategie, se funzionano il bambino in un primo momento potrebbe anche sembrarvi che peggiora, ma vi sta solo mettendo alla “prova” per testare se questo cambiamento durerà nel tempo. Aspetto notizie tra qualche mese.

In bocca al lupo!

 

 

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