Il latte preferito dalle mamme
Barbara Paolinelli
Sono psicologa e psicoterapeuta, iscritta all’Ordine degli Psicologi della Provincia di Trento, luogo in cui svolgo la libera professione. Sono lieta di rispondere a domande che riguardano la genitorialit? e altre problematiche di natura psicologica legate all’infanzia.
Ho un figlio di quattro anni e tre mesi di età, dalla scorsa estate si è inventato un "amico" con cui parla, gioca, viaggia con la fantasia. Ci dice che lo vede, lo chiama Lisetto e che parla con lui, alcune mattine mi racconta che durante la notte va nella sua camera, lo sveglia e si mettono a giocare insieme.
È un comportamento patologico? Eventualmente, cosa fare?
Grazie, Carla
Cara Carla, mi sento subito di poterle dire che il comportamento di suo figlio non è patologico e che ci troviamo in presenza di quello che si chiama “l’amico immaginario”.
Alcuni studiosi riportano che la creazione di un amico immaginario da parte del bambino, è segno di una grande creatività.
L’amico immaginario può essere della stessa età e dello stesso sesso del bambino oppure di sesso opposto o ancora può avere poteri magici e speciali. Infatti è un puro frutto della fantasia del bambino e a volte può essere ispirato a personaggi dei cartoni animati o delle favole che si raccontano.
Quindi la presenza di un amico immaginario non è patologica, infatti i bambini nonostante parlino con loro anche nei giochi o durante un viaggio in auto, non perdono mai il contatto con la realtà. In qualche modo, cioè, sanno che quell’ amico non esiste nella realtà!
Se vi fa piacere potete chiedere al bambino delle informazioni su questo amichetto: com’è, se ha un nome, cosa fanno insieme. Le informazioni possono essere utili a voi per conoscere ancora meglio il vostro bambino.
L’amico immaginario è tipico di molti bambini (ma forse non lo si sa, perché tra genitori si è reticenti nel parlarne) ed è frequente nella fascia di età tra i tre e i sei anni, quando la fantasia dei bambini è molto fervida. L’amico immaginario può servire al bambino anche per condividere paure e ansie, soprattutto nei figli unici che non hanno propri pari, come fratelli o sorelle, con i quali condividerle.
L’amico immaginario può rappresentare un problema quando viene trascinato fino agli anni dell’adolescenza o quando compare proprio in questa fase dello sviluppo del bambino.
Prima di allora è un puro atto di fantasia e di creatività, che lascerà il posto ai futuri processi logici di pensiero di cui verranno poste le basi durante la fase di scolarizzazione a partire dalle scuole elementari in poi.